VITERBO- Nel contesto dell’ospedale di Belcolle, è stata rinnovata per un anno la convenzione con la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma. Questa collaborazione mira a fornire formazione al personale medico, tra cui anestesisti, ginecologi ed ostetrici dell’ASL di Viterbo, concentrata sulla tecnica della “partoanalgesia”, ovvero il parto senza dolore.
Il professor Gaetano Draisci rappresenta la Fondazione, mentre il professor Giorgio Nicolanti è il referente dell’azienda sanitaria viterbese in questa partnership. La partoanalgesia è una scelta di alcune donne che desiderano partorire senza provare dolore. La tecnica più comune utilizzata è la peridurale, che coinvolge l’amministrazione di farmaci nell’area lombare per ridurre il dolore, consentendo alla madre di rimanere sveglia durante il parto.
Va notato che questa forma di analgesia non è disponibile in tutti gli ospedali della regione. Secondo la convenzione, l’attività di formazione, soprattutto nel campo ginecologico ed ostetrico, si svolge presso il dipartimento della salute della donna del Policlinico Gemelli, mentre il tutoraggio avviene nelle sale parto del Gemelli stesso.
Nel frattempo, l’ASL ha lanciato un piano aziendale con l’obiettivo di ridurre la percentuale di parti cesarei dall’attuale 23,77% a Belcolle al 18-20% entro il 2023, seguendo il riferimento standard internazionale del 15% raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità negli anni successivi.
Una delle criticità individuate è stata l’uso non routinario della partoanalgesia a Belcolle, che potrebbe aver contribuito all’attuale ricorso elevato al parto cesareo. In passato, si è registrato un picco durante l’anno del Covid nel 2020, con una percentuale del 26,59%, mentre nel 2016, si era raggiunto un risultato più vicino allo standard internazionale, con il 17,73%. Per affrontare questa sfida, è stata annunciata l’introduzione e la standardizzazione dell’uso del Misoprostolo, un principio attivo commerciale che sostituirà la formulazione preparata in loco.
Il protocollo prevede anche una sezione dedicata alla gestione delle gestanti obese, considerando le diverse risposte all’induzione, l’implementazione della partoanalgesia come pratica comune e l’organizzazione di almeno due sessioni formative sulla cardiotocografia in travaglio e sulla gestione sia del travaglio fisiologico che di quello patologico.