Foto Trump

 

Abu Bakr Al-Baghdadi, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, capo dell’ISIS durante gli ultimi nove anni e terrorista più ricercato al mondo, è morto durante un’operazione militare statunitense nella provincia di Idlib, nel nordovest della Siria, facendosi esplodere alla fine di un tunnel senza uscita di un edificio isolato fuori dalla città di Barisha, uccidendo sé stesso e i suoi figli. L’annuncio del successo dell’operazione è stato dato dal Presidente statunitense Donald Trump durante una conferenza tenutasi ieri alla Casa Bianca.

Baghdadi che aveva 48 anni, è stato il capo dell’organizzazione terroristica più potente e ricca di sempre. Sotto la sua guida, l’ISIS ha messo in piedi una specie di vero stato – il Califfato Islamico – con le proprie istituzioni e finanziariamente autonomo, che ha governato un territorio grande come il Belgio e che ha compiuto diversi attentati terroristici anche in Occidente. L’ Associated Press ha definito Baghdadi come «uno dei leader jihadisti più violentemente efficaci dei tempi moderni».

Abu Bakr Al-Baghdadi “E’ morto come un codardo, dopo essere fuggito in un tunnel senza uscita, piagnucolando e urlando, mentre scappava”. Con queste parole Donald Trump ha annunciato la morte di Baghdadi e ricostruito le fasi del raid nel quale è rimasto ucciso il leader dell’Isis. Il compound nel quale si nascondeva il leader dell’Isis – ha riferito ancora Trump – è stato ripulito, con persone che si arrendevano o venivano colpite e uccise . Nell’operazione 11 bambini sono stati portati fuori dalla casa e sono illesi. Gli unici rimasti erano Al Baghdadi e tre dei suoi figli che aveva trascinato con sé. Erano destinati a morte sicura”.

 Il leader dell’Isis – ha continuato Trump – ha raggiunto la fine del tunnel, mentre i nostri cani lo inseguivano. Ha azionato il suo giubbotto (esplosivo), uccidendo se stesso e i suoi figli. Il suo corpo è rimasto mutilato nell’esplosione”.

“La notte scorsa abbiamo fatto giustizia del numero uno dei leader terroristi mondiali. Abu Bakr al-Baghdadi è morto – ha sempre detto il presidente Trump durante l’annuncio della morte di Al-Baghdadi –  era il fondatore e il leader dell’Isis, la più spietata e violenta organizzazione terroristica del mondo. Gli Stati Uniti lo cercavano da molti anni. La sua cattura o uccisione è stata una delle principali priorità di sicurezza nazionale della mia amministrazione” ha detto il presidente Usa. Sotto la sua guida, gli Stati Uniti hanno “cancellato al 100 per cento il califfato” di Abu Bakr al Baghdadi. Trump ha definito i sostenitori del ‘Califfo’ dei “perdenti” che “in alcuni casi erano dei burattini molto spaventati, in altri casi degli assassini spietati”.

 Nel raid, oltre ai tre figli, sono morte anche due sue mogli. Le donne, ha riferito il presidente Trump, indossavano giubbetti esplosivi, che non sono però riuscite a far detonare. Le forze Usa, ha riferito Trump, hanno condotto i test del Dna direttamente sul posto. L’identificazione ha richiesto circa 15 minuti. I risultati hanno prodotto “un’identificazione immediata, era lui”, ha spiegato il presidente Usa. Fornendo altri dettagli del raid, Trump ha riferito che il leader dell’Isis era sotto sorveglianza da un paio di settimane e che 2-3 missioni sono state cancellate, prima di dare il via a quella decisiva. Il presidente e il suo team si sono riuniti nella Situation Room della Casa Bianca alle 17 di ieri. Gli elicotteri Usa che hanno partecipato alla missione sono decollati pochi istanti dopo. Nel loro volo di avvicinamento al luogo del raid, ha riferito ancora Trump, gli elicotteri sono stati fatti bersaglio di colpi di arma da fuoco, ai quali hanno risposto. Si è trattato di un volo “pericoloso”, ma c’è stata cooperazione con altri Paesi. “Abbiamo volato a quota molto molto bassa e molto velocemente”, ha detto il presidente, ringraziando la Russia che “ci ha trattato benissimo”, mentre l'”Iraq è stato eccellente”. L’operazione ha beneficiato di una “grande cooperazione” e anche la Turchia era a conoscenza del fatto che le forze Usa stavano “entrando”.

Nell’annunciare la morte del leader dell’Isis e nel riferire alcuni dettagli della “missione molto pericolosa”, il presidente Donald Trump ha voluto ringraziare la Russia, la Turchia, l’Iraq, la Siria e i curdi siriani per il sostegno fornito agli Usa. In particolare, i curdi siriani hanno fornito agli Usa informazioni molto utili. Fonti dell’intelligence di Ankara avevano già fatto sapere che il raid Usa aveva avuto il supporto della Turchia e della Russia. I servizi turchi (Mit) avrebbero fornito “human intelligence”, mentre da parte della Russia sarebbe stata garantita l’apertura dello spazio aereo nell’area alle forze Usa.

Trump ha espresso “grande delusione” per i Paesi europei che non vogliono farsi carico dei loro combattenti Isis catturati in Siria. “I miei hanno fatto un sacco di telefonate dicendo, prendetevi i vostri combattenti Isis…”, ha riferito il presidente Usa, puntando in particolare il dito contro Francia, Germania e Regno Unito. I contribuenti Usa, ha aggiunto, non si faranno carico dei combattenti Isis di altri Paesi.

Nonostante le forze speciali Usa abbiano dovuto far fronte a un livello di fuoco “da non credere”, l’unico ferito nel raid che ha portato alla morte di al-Baghdadi è stato un cane, usato dai militari nell’operazione. “Un cane bellissimo, di grande talento, è stato ferito e lo abbiamo riportato indietro”, ha riferito il presidente Usa.

Gli Stati Uniti avevano offerto un premio di 25 milioni di dollari per informazioni che avrebbero potuto portare alla cattura di Al Baghdadi. Nel corso degli anni ci sono state molte rivendicazioni sulla sua morte che però sono sempre state smentite.

Non voglio fare la guardia a Turchia e Siria per il resto della nostra vita” ha detto Donald Trump in risposta a una domanda sul ritiro Usa dalla Siria, nel corso della conferenza stampa alla Casa Bianca. “Metteremo al sicuro il petrolio che c’è in alcune zone”, conclude il presidente Usa, sottolineando gli “incredibili” costi di una presenza Usa in Siria.

Ucciso anche il braccio destro e portavoce, numero due dell’Isis. Le forze speciali Usa hanno infatti condotto anche un’operazione a sud della città siriana di Jarabulus, nel governatorato di Aleppo. Obiettivo del raid era Hassan al-Muhajir, numero due dell’Isis e portavoce del gruppo terroristico, che è stato ucciso. Lo riferiscono fonti dell’intelligence turca.