Di Ugo Battaglia

Il “voto utile”, vecchio arnese delle campagne elettorali di un tempo. Non sai che fare, non ti impegni con destra e sinistra? Scegli allora di votare lo schieramento che – se adeguatamente sostenuto – sia in grado di determinare qualcosa di utile. Consentendo una soluzione parlamentare,  sorreggendo questo o quel governo, Oggi il voto utile, a tutti i costi, è quello al Terzo Polo. Affollatissimo. A due settimane dalle elezioni Azione e Iv – forti degli ultimi sondaggi pubblicati (dal 9 è scattato il divieto) che li danno in crescita – cercano di ribaltare uno dei leit motiv della campagna elettorale. Quello della logica bipolarista legata, soprattutto, all’attribuzione dei seggi nei collegi uninominali. Lo dice chiaro e tondo un parlamentare di lungo corso come Osvaldo Napoli approdato nelle file dell’alleanza centrista: «»Nessun voto è più inutile di quelli dati al Pd o a Fratelli d’Italia«. »Il paradosso – ragiona – è presto spiegato: se il Pd dovesse recuperare uno o due punti percentuali non cambierebbe nulla, la destra sarebbe sempre avanti. Se invece uno o due punti in più arrivano, ma credo che ne arriveranno molti di più, ad Azione e Italia Viva la destra sarebbe nell’impossibilità di avere la maggioranza al Senato«. Di qui la prospettiva indicata, più o meno esplicitamente, da Azione e Iv di un ritorno in sella di Mario Draghi alla guida di un governo di salute pubblica. »La sinistra ha l’ossessione della deriva fascista. Certamente c’è il rischio di deriva sovranista, e per questo non bisogna votare la destra, ma invece dare il voto ad un partito che spiega che bisogna andare avanti con Mario Draghi. Questa è la logica« insiste ancora oggi Calenda. Una logica che Enrico Letta ha più volte rimandato al mittente. »Quelli che dicono che votando per loro torna Draghi raccontano una storia non vera«, ha avvertito nei giorni scorsi parlando al popolo Pd a Piazza Santi Apostoli. I Dem non mancano di rimarcare, infatti, come l’attuale situazione sia diversa da quella del 2018 che vide l’exploit di M5s a sparigliare le carte. Ma tant’è. Del resto l’incognita Terzo polo non fa dormire sonni tranquilli nemmeno a destra in particolare in chi, come Forza Italia, negli ultimi sondaggi veniva dato come appaiato alla coppia Calenda-Renzi. Silvio Berlusconi è convinto: »ci sarà una straordinaria vittoria del centrodestra«. E esorta gli italiani: »non votare, o sprecare il proprio voto, dandolo a piccoli partiti o a candidati incompetenti, significherà lasciare che le cose vadano avanti come è avvenuto finora«, dice in collegamento con il Friuli. »È impossibile – rincara la dose il coordinatore azzurro Antonio Tajani – che il Terzo Polo possa avere un ruolo politico in Italia e in Sicilia perché ha numeri marginali. In realtà è il quarto polo, perché l’opposizione sarà guidata da Pd e M5s. Loro faranno la ruota di scorta«. Dal centro del centrodestra, nel frattempo, è Luigi Brugnaro a sferzare: »Calenda? È del Pd e tornerà con loro ed M5s«. » Intanto i diretti interessati continuano ad accarezzare l’idea di un rientro in campo dell’attuale premier se, dopo l’attribuzione dei seggi, si dovesse creare una situazione di ingovernabilità. E Matteo Renzi avverte la leader di FdI. «Se c’è un governo Meloni – esplicita l’ex premier – io voto contro, se c’è Draghi voto a favore. Intanto – fa sapere – io ho mandato un messaggio alla Meloni: guarda Giorgia, non so se vinci ma sappi che ogni due anni faccio cadere un governo». «Attaccano Calenda da destra e da sinistra, vuol dire che siamo sulla strada giusta», chiosa a sera Mariastella Gelmini. Intanto, naufragata l’ipotesi del campo largo, a impensierire, soprattutto a sinistra, è il recupero che – sempre stando agli ultimi dati pubblicati – starebbe segnando M5s. «Il Movimento è più vivo che mai», dice Michela Montevecchi coordinatrice della campagna pentastellata in Emilia, storico fortino di voti del centrosinistra. I pentastellati continuano la propria corsa solitaria e Giuseppe Conte lancia un altolà anche sul dopo voto. «Laddove governiamo le città insieme al Pd – dice il leader M5s da Coltano – manterremo l’impegno preso con gli elettori, ma per il futuro ci penseremo bene, non una ma tante volte, e soprattutto mai con questi vertici nazionali».